CARITAS PARROCCHIALE

CHI SIAMO

Cos’è la Caritas
La Caritas è un frutto del Concilio Vaticano II. Nasce nel 1971 per volere di Paolo VI che aveva a cuore la comunità cristiana e desiderava diventasse luogo accogliente, sensibile e attento. Nel pensiero del pontefice la Caritas aveva una funzione pedagogica, cioè educativa. Educare prima di tutto la comunità cristiana e come conseguenza quelli che sono i primi destinatari di Caritas: i poveri, gli emarginati, gli stranieri, i senza dimora, le persone separate, e non solo.
Fondatore e primo presidente di Caritas Italiana fu il presbitero padovano Giovanni Nervo.
La Caritas, in ogni sua azione, ha due destinatari: i poveri e la comunità. Gli operatori Caritas sono da considerarsi degli educatori alla carità e lo scopo della Caritas è coinvolgere la comunità per sensibilizzarla e aiutarla ad aprire gli occhi sulle difficoltà più prossime.
La sua principale mission non è quindi solo l’aiuto diretto, concreto, immediato ai poveri, ma è pedagogica e pastorale: è un’esperienza di carità fatta di incontro, condivisione, partecipazione, scambio reciproco affinché le persone e le comunità vengano coinvolte e sensibilizzate.
 
Perché la Caritas
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli replicò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci». Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono e si sfamarono, e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini (Mc, 6, 35-44).
 
Gesù ha appena inviato i suoi discepoli a due a due per incontrare e stare con la gente, da poveri: «Né pane, né bisaccia, né denaro». L’invito è di andare da poveri, una povertà di stile, di atteggiamento. Andare e incontrare le persone non da ricchi – di mezzi, di idee, di verità – ma da poveri, per accogliere, ricevere e imparare dalle storie e dalle vite della gente.
Giunta la sera i discepoli di fronte alla numerosa gente affamata avanzano la proposta di «Congedare la gente, perché si comprino da mangiare». Gesù di fronte a questa reazione, stimola i suoi discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare». Di fronte all’emergenza, Gesù invita i suoi discepoli a fare qualcosa. Replicarono: «Vuoi che andiamo noi a comperare duecento denari di pane per dar loro da mangiare?» I discepoli mettono in evidenza tutta la loro inadeguatezza rispetto al bisogno. Gesù allora li invita a cambiare il loro sguardo sulla realtà, a cambiare il loro punto di vista. Gli apostoli osservano la realtà da ciò che non hanno, Gesù al contrario li invita a verificare quello che hanno. «Quanti pani avete? Andate a vedere». La proposta è quella di andare a vedere, a verificare, a osservare e monitorare le risorse, le potenzialità presenti nella comunità. Nessuna delega e nessun acquisto, ma imparare a condividere quello che si possiede. Trasformare l’incontro con le povertà in occasione per far crescere e maturare la comunità. Uno sguardo ricco di fede, di fiducia nei confronti della realtà e della comunità, ricca di potenzialità ancora inespresse e sopite.
Gesù invita a guardare alla folla non come a una massa informe di persone ma ad organizzarli in piccoli gruppi. Dalla massa, dalla quantità, saper organizzarsi e organizzare per formare piccoli gruppi dove imparare a chiamarsi per nome e riconoscersi. Dove stabilire delle relazioni umanizzanti. Dove non c’è chi serve ed è servito, dove non c’è il volontario da una parte e il beneficiario dall’altra, ma dove si condivide. Gruppi di aiuto reciproco dove tutti sono portatori di povertà e tutti sono portatori di risorse. Dove vivere una dinamica di aiuto reciproco.
All’interno di questo clima e contesto vediamo svolgersi le quattro azioni di Gesù:
  • «Prese i cinque pani e due pesci»: imparare a consegnare, ad affidare, a offrire per vivere un distacco da ciò che consideriamo un possesso.
  • «Levò gli occhi al cielo, pronunciò la benedizione»: alzare lo sguardo in atteggiamento di invocazione, di gratitudine e benedizione. Celebrare la vita, benedire le storie, le persone, alzare lo sguardo per intercedere e pregare.
  • «Spezzò il pane»: un gesto che parla di Gesù e della sua esperienza. Spezzare significa condividere, donare, offrire.
  • «Li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero»: un gesto che chiede ai discepoli di coinvolgersi, di attivarsi e di attivare. Un gesto che valorizza, coinvolge e interpella.

COSA FACCIAMO NOI

Con avviene in tante parrocchie della diocesi di Padova, anche a S. Angelo i volontari Caritas si fanno vicini alle persone in situazione di povertà economica attraverso la distribuzione di generi alimentari, di vestiario e di altro materiale ricevuto in donazione.
Su invito della Caritas diocesana, lo slogan che qualifica questo servizio è “Non di solo cibo” perché loro scopo non è solo la consegna della borsa spesa, ma l’avvalersi di questa occasione per entrare in relazione. L’intenzione che più ci sta a cuore è di incontrare le persone e offrire loro un cibo più nutriente e prezioso del pane: l’ascolto, la valorizzazione, il riconoscimento della dignità, la fiducia. Costatiamo che questo aiuta le persone a rialzarsi e a ricominciare.
Il gruppo Caritas di S. Angelo si rivolge con questo servizio a famiglie che risiedono nel territorio della parrocchia. Per altri servizi – come la distribuzione del vestiario e altro – si collabora con la Caritas parrocchiale di Caselle de’ Ruffi e con il Centro d’Ascolto Vicariale che ha sede presso la parrocchia di Murelle.
Un altro ambito che stiamo curando è il collegamento e il confronto con i servizi sociali del Comune di S. Maria di Sala.

COSA PUOI FARE TU

Fa’ una donazione:

  • i generi alimentari si raccolgono in chiesa ogni ultima domenica del mese e tutte le domeniche nei tempi di Quaresima e di Avvento;
  • le offerte in denaro si raccolgono in Quaresima (a sostegno delle iniziative del Centro d’Ascolto Vicariale) e in Avvento (per associazioni di volta in volta individuate dal gruppo Caritas parrocchiale e la III domenica ancora per il Centro d’Ascolto Vicariale), nella cassettina posta al centro della chiesa.
 
La comunità di S. Angelo contribuisce inoltre ai bisogni del gruppo Caritas destinando a questo scopo il 5% dell’utile delle manifestazioni ludiche e ricreative che la parrocchia e il Centro Parrocchiale organizzano nel corso dell’anno.
 
I membri del gruppo sostengono anche le iniziative della Caritas vicariale, come la raccolta periodica di generi alimentari, cercando di coinvolgere anche i ragazzi e i giovanissimi della comunità, in un progetto condiviso con i catechisti nel percorso dell’Iniziazione Cristiana.

Fa’ un po’ di volontariato:

  • se hai voglia di dedicare un po’ del tuo tempo a chi ne ha bisogno e cerchi occasioni in cui spenderti per gli altri, iniziando un’attività di servizio, puoi inviare un messaggio alla mail del sito parrocchiale o contattare il parroco, don Alberto. Poi ti metteremo in contatto con i responsabili del gruppo Caritas parrocchiale!